Sicuramente, migliaia di volte avete sentito dire che Madrid è “Villa y Corte” (ovvero, un villaggio e una corte). Ma vi siete mai chiesti perché, se è la capitale della Spagna, Madrid è anche un villaggio? Bene, proviamo a fare luce sulla questione.
Villa y Corte: origine
Come ho raccontato in altri articoli della pagina, i primi abitanti di Madrid abitavano in piccoli insediamenti durante il Medioevo; e, a quel tempo, qualsiasi forma di insediamento era considerato un villaggio. Molto più tardi, nel 1561, Filippo II spostò la corte a Madrid, consacrando la città capitale della nazione. Quindi Madrid rimase un “villaggio e una corte molto nobile e leale”, il ché, oggi, è solo un titolo onorario, che non conserva alcun privilegio aggiuntivo per esso, né la possibilità di rivendicare alcuna differenziazione per questo concetto.
Uno dei gioielli storici che abbiamo nella Villa y Corte è l’Eremo di San Antonio de Florida, associato al pellegrinaggio di San Antonio che si celebrava nel XVII secolo.
Vi è da chiarire che il tempio che contempliamo oggi aveva come antecedenti due eremi eretti in precedenza per venerare il santo e che, per vari motivi, furono demoliti.
Il primo degli eremi di San Antonio fu opera di Churriguerra, il secondo fu opera di Sabatini e il terzo e ultimo opera di Filipo Fontana.
Francisco de Goya y Lucientes (considerato il pioniere dell’arte moderna in Spagna), pittore da camera del re Carlo IV che aveva finanziato l’opera, decorò l’interno del tempio. Il maestro aragonese, con l’aiuto del suo assistente Asensio Juliá, si metterà al lavoro e affrescherà la cupola, l’altare, i pennacchi e le pareti laterali della cappella. Il tema dominante che sceglierà per il tempio sarà uno dei miracoli di Sant’Antonio avvenuti a Padova. Goya farà in modo che tutto il popolo di Madrid sia presente all’opera, quindi vediamo come al miracolo del santo assistano majas (giovani spagnole, belle e provocanti, appartenenti a classi inferiori della società), chisperos (abitanti del quartiere Maravillas di Madrid), chulapos (ragazzi e ragazze di tutta Madrid).
La tomba di Goya e curiosità
All’interno dell’eremo si trova anche la tomba di Goya. per questo motivo l’eremo è chiamato anche Pantheon di Goya.
La tomba dell’artista porta con sé due curiosità. La prima è che lo scheletro di Goya non possiede il teschio, perché probabilmente alcuni scienziati lo prelevarono per effettuarvi analisi di frenologia (secondo l’antica teoria pseudoscientifica, utilizzata per determinare carattere, personalità e tendenze di una persona dalla forma del cranio). La seconda curiosità è che assieme a Goya è sepolto il suo amico e consuocero Martìn Miguel de Goicoechea.
Nel 1899 la salma venne riesumata dalla sua tomba a Bordeaux (dove Goya era morto) per essere traslata in Spagna. Allo stesso tempo si riesumò e fu trasportata anche quella di Martìn Muguel de Goicoechea. La paura di mescolare le ossa dell’uno e dell’altro, portò alla decisione di seppellirli insieme a San Antonio de la Florida.
La visita all’Eremo è gratuita e la capienza è di dieci persone.
Gli orari di visita sono i seguenti.
Durante il periodo estivo (dal 15 giugno al 15 settembre):
Dal martedì al venerdì dalle ore 9,30 alle ore 14,00.
Sabato, domenica e festivi dalle ore 9,30 alle ore 19,00.
Liberamente ispirato da: https://www.instagram.com/p/CRvmJi8jIrY/?utm_medium=copy_link
